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Nelle sue riflessioni sul sindacato, in momenti sparsi tratti dalle pagine dei "Quaderni", Gramsci mette a punto la concezione della "densa società civile". Rispetto alla vecchia nozione liberale di società civile, assunta come dimensione di individui-atomi tra loro irrelati, egli rimarca il ruolo delle organizzazioni, dei movimenti collettivi che definiscono una robusta trama di pluralismo sociale. Proprio la presenza di soggetti sociali organizzati tra loro in conflitto garantisce la tenuta degli ordinamenti politici nei tempi di crisi. I luoghi della costruzione della soggettività e della rappresentanza sociale sono da Gramsci ritenuti essenziali nelle democrazie di massa perché le mediazioni politico-sindacali bloccano le tendenze distruttive su cui poggia il fenomeno carismatico.